Buon sabato miei cari readers! Quest’oggi a parlarvi di cinema non sarà la nostra Alessia, ebbene sì, le ho fregato l’appuntamento! Ma volevo parlarvi di uno dei film più pubblicizzati ultimamente, Piccole donne di Greta Gewing. Lo avete visto? Curiosi del mio pensiero e della mia analisi?
Avrete sicuramente già visto affissa ovunque la locandina del film, nulla da dire, bella e accattivante. Ma ahimè … col film non si va oltre al “carino”. Se già la storia della Alcott è strana, di una pedagogia complessa e controcorrente, come quella ricevuta dalla stessa autrice, nel suo libro e anche nella regia della Gewing ne vediamo alcune sfaccettature. Fin da subito si nota l’educazione alternativa delle 4 sorelle March – Meg, Jo, Beth e Amy-, ma è proseguendo la storia che notiamo la grande libertà di perseguire le proprie naturali inclinazioni, accompagnati da una grande solidarietà umana.
A differenza di Lady Bird, la regista ha sicuramente dato libero sfogo al suo estro, con una regia coraggiosa e matura. Di fatti questo film si percepisce sicuramente una crescita stilistica e una maggiore sicurezza nella sceneggiatura, ma purtroppo cade nel limbo in diversi momenti. Si, proprio così, il pubblico arriva ad annoiarsi e guardarsi attorno in cerca di stimoli – o almeno è ciò che ho percepito io nella visione-.
Ho apprezzato la scelta stilistica di giocare sulla scomposizione temporale del testo, partendo dalle scene del libro di “Piccole donne crescono” per poi ricostruire la storia attraverso i flashback innescati dai ricordi della nostra protagonista Jo. Una Jo stupenda, interpretata da Saoirse Ronan, che domina la scena anche nella sua assenza – la migliore dopo l’interpretazione della grande Audrey Hepburn nel film di Cukor del 1933-. Altra figura che si contrappone con forza è Amy, interpretata da Florence Pugh, la più piccola delle quattro sorelle, capricciosa e viziate, quella che sicuramente ho meno apprezzato – come personaggio-, mentre in recitazione tanto di cappello per l’impersonificazione. Florence è stata davvero brava, riuscendo a farsi disprezzare quando brucia gli scritti di Jo per invidia. Vi confesso che, forse, io non sarei mai riuscita a perdonarla.
Le altre sorelle, rispetto a Amy, le ho trovate uniche, ma spesso risultavano solo parte della cornice della storia. Un po’ triste oserei dire, soprattutto per la bravura della Watson e di Eliza Scanlen, che a parer mio meritavano una maggiore presenza. Ho amato la sensibilità e dolcezza mostrati da Eliza nella sua Beth, mi è rimasta impressa e non penso riuscirla ancora a lasciarla andare via.
La fase di innamoramento di Meg è stata l’unica storia d’amore ben espressa con i giusti indizi, a differenza delle altre che ho certamente trovato forzate, soprattutto nella recitazione. La nostra Emma Watson sarà sempre una garanzia!
E’ proprio nella parte recitativa di Jo e del compagno di giochi e divertimento Laurie, interpretato dal nostro amatissimo Timothée Chalamet.
La coppia Timothée e Saoirse ha dimostrato ampliamente di avere una forte chimica sia recitativa che fuori dal set. Unici e impagabili, renderanno sicuramente distrutto il lettore quando:
da così
si arriverà a questo
Per me è stato difficile arrivare ad amarli, forse il vivere la forza dei sentimenti di Jo ha reso difficile comprenderne i sentimenti e forse sarà stata proprio la scena della lettera a far distruggere tutti quei sentimenti positivi.
Proprio in quella scena così potente vediamo la bravura attoriale della Ronan, infatti riesce a mostrare tutte le fasi di crescita di Jo portandola velocemente a scontrarsi con una lotta contro se stessa e contro i suoi stessi sentimenti, alla scoperta dell’imminente matrimonio di Amy col suo amore. A rendere perfetto il suo personaggio è sicuramente la scelta di scena che la vede in un momento di lotta, in cui non rimane con le mani in mano a compiangersi, ma anzi sceglie di vivere e scrivere nuovamente, creando quello che sarà poi “Piccole donne”.
Tutto è curato nei minimi dettagli, dalla fotografia ai costumi, dalla scenografia al cast. La fotografia è curata fino all’inverosimile, il tutto per risaltare la ricchezza dei costumi – a proposito li ho trovati perfetti- e infine le ambientazioni per nulla scontate e ben studiate. Da batticuore.
Ma a mio parere la trama poteva avere quel pizzico in più di vita.
Bel film. Non tra i miei preferiti per la sceneggiatura, ma sicuramente per la recitazione. A farmelo apprezzare sono alcune scene perle, come quella già citata di Jo e quel parallelismo sulla salute di Beth – che confesso avermi strappato il cuore-.
Avrei altre mille cose da dirvi, ma rischierei di raccontarvi ogni minimo dettaglio del film. Se volete conoscerlo meglio non dovrete far altro che vederlo!
Voto: 🍿🍿🍿.5/5
La vostra Clara!
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