Buongiorno readers, oggi per mia gioia vi parlo di un’altro romanzo di Giacomo, un po’ ci mancavi qui su Dreamage! Siete curiosi?
Antonio e Pietro.
Pietro e Antonio.
Una storia d’amore lunga una vita intera, già raccontata in “Dimmi chi sei”.
Questa novella è il punto di vista di Pietro, il suo realizzare che qualcosa non va, lo sgomento nel capire che quella vita che hanno sempre percorso insieme proverà a dividerli, suo malgrado, nell’ombra di un nemico invisibile.
È l’inizio di un nuovo scoglio lungo il cammino dei due uomini, una svolta dolorosa che sconvolgerà la loro vita, ma non inciderà sulla loro unione.
“Dimmi chi sei” è stato uno dei romanzi che ti hanno stregato il cuore? Ancora non sei riuscito a lasciarli andare? E’ proprio da questo desiderio e amore che è nato questo racconto lungo, MI CHIAMO PIETRO è uno spaccato raccontato dallo stesso Pietro in cui ritroveremo Antonio, ma vivremo un momento di confusione.
In questo romanzo vedremo la dolcezza di una relazione importante, dai toni agrodolci perché leggeremo di Pietro che inizia a perdersi nei fili della memoria, dei ricordi e dei momenti che sfumano in stato di confusione e smarrimento. Quando ho letto “Dimmi chi sei” ho sofferto con Antonio per quei momenti difficili, ma in questo romanzo ho sentito tutta la preoccupazione di Pietro, la paura e lo smarrimento. Mi sono commossa, è inutile ormai con Giacomo devo avere a portata di mano il fazzoletto perché si vivono momenti di sentimenti puri e forti.
Come sempre lo stile narrativo è coinvolgente e scorrevole, volto ad abbracciare il lettore, ma in questo romanzo non lo abbraccia solamente poiché si iniziano a provare gli stessi sentimenti di Pietro e confesso che in alcune parti mi è sembrato di respirare il panico del protagonista. Ho avuto paura, di non ricordare o non riconoscere, forse perché ho già vissuto dei vuoti di memoria dovuti da un medicinale che mi sembrano così reali e vividi durante la lettura.
I primissi momenti di confusione sono unici, perché riaffiorano tutte le incertezze di una memoria che piano piano si sgretola rendendo il personaggio insicuro e agli occhi del lettore debole.
Sì, c’è qualcosa che non va, e non so cos’è. Questa volta è diverso, e… Ho bisogno d’aria, eppure siamo all’aperto, e… Un momento solo, mi fermo alla ringhiera e poi mi passa, mi deve passare. Perché queste foglie? Dove siamo?
«Pietro!»
La voce la sento, ma non posso girarmi a rispondere, devo restare aggrappato alla ringhiera, che è solida, e se parlo poi devo smettere di respirare, e come si fa? E… Guardo fuori, c’è tanto cielo, troppo. Ora mi sta toccando. Antonio, cos’ho? Mi dispiace che mi vedi così. Aspetta…
«Dimmi che posso fare. Sono spaventato.»
«Aah!» riesco a dire. È una voce che non conosco, un rumore forte. Con una mano faccio segno di darmi un momento ancora, ma poi devo riportarla a tenermi meglio. Ecco, oh, sta andando via… i colori cominciano a brillare meno. Sì, siamo al lago, giusto, ora lo so.
La narrativa indagatrice della vita di Giacomo ci sorprende sempre, mitigando i nostri sentimenti e donandoci l’essenza della vita in piccole perle. Ogni suo libro sembra suonare una musica diversa, questo dolce amaro toccante ci fa viaggiare in un amore unico che rivede il passato e certe essenze vissute in “Dimmi chi sei” che ci mostrano colori diversi di una relazione. In questo romanzo Pietro c’è, si fa conoscere e amare, abbiamo la possibilità di viverlo un po’ anche noi che ne avevamo visto soltanto l’ombra ed è in questo libro che vediamo e leggiamo una dichiarazione all’amore, alla vita e ai sentimenti. Dopo questa lettura che vede completare la storia di Antonio e Pietro mi sento molto più piena e pesante, ricca di sentimenti che mi fanno pensare di aver vissuto già degli anni semplicemente leggendo questi due romanzi.
Complimenti Giacomo.
Voto: 📚📚📚📚📚/5
La vostra Clara!
Ho letto solo ora queste splendide parole. C’è una cosa che mi stupisce nelle migliori recensioni: dalla critica positiva su contenuto del libro, sull dolcezza dei personaggi o eventualmente sul mio modo di scrivere, si passa a una vera e propria dimostrazione di stima e, direi di più, di affetto nei miei confronti. E questo è un successo strepitoso a parer mio. Grazie di cuore.
Ho letto solo ora queste splendide parole. C’è una cosa che mi stupisce nelle migliori recensioni: dalla critica positiva su contenuto del libro, sulla dolcezza dei personaggi o eventualmente sul mio modo di scrivere, si passa a una vera e propria dimostrazione di stima e, direi di più, di affetto nei miei confronti. E questo è un successo strepitoso a parer mio. Grazie di cuore.