Buongiorno, readers! Eccoci con una nuova intervista, stavolta a un’autrice di romance MM!
Lei è Francesca Preziosi e a settembre ha pubblicato “Amir” con Triskell Edizioni, un MM che ci porta direttamente a Il Cairo, in Egitto!
Pront* a scoprire tutto quello che c’è da sapere su di lei e sugli uomini che popolano la sua mente?
Francesca Preziosi e il suo Amir
Francesca Preziosi ha iniziato con il self publishing e non si è mai fermata: dal 2017 la sua penna ci regala un romance MM dietro l’altro, storie diverse che colpiscono il cuore del lettore e che mettono radici nella sua anima.
Io l’ho scoperta grazie al suo ultimo libro, pubblicato un mese fa da Triskell Edizioni: è il secondo volume di “Storie di Imbabah“, una serie in cui sono finita con tutte le scarpe e da cui temo che non riuscirei ad uscire nemmeno se lo volessi (spoiler: non voglio).
Ciao, Francesca! Partiamo con una domanda facile. Raccontaci tutto di te, tanto noi lettor*, si sa, siamo avid* e vogliamo sempre sapere ogni cosa. Non ti nascondo che, quando ho finito Amir, mi è venuto subito in mente Salinger: ÂŤQuelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti giraÂť.
Ciao Simona! Per prima cosa ci tengo a ringraziare te e il blog per questa bellissima opportunitĂ , mi sento davvero felice e onorata di poter partecipare a questa intervista! Mi chiamo Francesca e ho superato da poco i quarant’anni, sono di Roma cittĂ meravigliosa in cui vivo con la mia famiglia.
Ho due bellissimi bambini di dieci e cinque anni che occupano gran parte delle mie giornate… il resto è diviso tra lavoro e scrittura! Insomma, una vita super impegnata che però cerco di organizzare in modo da poter dare spazio anche alle mie passioni! Che altro dire, sono una persona che fa tantissime cose, soprattutto mi piace esprimere la mia personalitĂ in tanti modi diversi… la scrittura è uno di questi!
Uno degli aspetti che piĂš incuriosisce il pubblico di lettor* riguarda sicuramente le abitudini di scrittura. Sei una persona organizzata o lasci che siano i tuoi personaggi a dettar legge nei tuoi romanzi?
No, non sono affatto organizzata. Non faccio mai scalette, ad esempio, o non pianifico nulla riguardo le mie storie. Ho scritto diversi libri dal 2017 a oggi e tutti sono nati cosĂŹ, a braccio. So di essere un po’ anomala come scrittrice, ma quando sono davanti al pc lascio che l’immaginazione e la voce dei protagonisti mi suggeriscano le parole… è tutto un po’ lasciato al caso, lo ammetto!
A settembre è uscito il tuo romanzo “Amir – Storie di Imbabah” per Triskell Edizioni. Ti va di parlarcene un po’?
SĂŹ, sono ancora super emozionata! Amir è una storia che ho iniziato a scrivere nel 2021, quindi ormai tre anni fa. Ammetto che è stata dura, perchĂŠ a un certo punto non sapevo cosa fare, il libro era pronto ma non volevo pubblicarlo in self, cosĂŹ alla fine ho deciso di proporlo alla Triskell e lo hanno accettato… da lĂŹ è iniziata questa esperienza bellissima!
Ci tengo anche a dire che Amir è un libro al quale sono davvero molto affezionata; tra tutte le mie storie credo sia quella che, implicitamente, racconta la parte piĂš intima e profonda di me. L’ho scritto per un motivo preciso, è stato una sorta di “regalo” che ho fatto a una persona a me molto vicina, ed è per questo che per me ha un significato enorme.
“Amir” è il secondo libro ambientato a Imbabah che scrivi. Avevi giĂ deciso di parlare anche del protagonista, o ti sei affezionata a lui scrivendo il primo volume, che è uscito in self con il titolo “Imbabah”?
(Nota per chiunque – come me – non lo sapesse: Imbabah è il nome di un quartiere povero de Il Cairo)
No, come ti dicevo prima non faccio mai nessuna previsione quando inizio a scrivere. E’ successo anche con l’altra mia serie, Un nuovo inizio. Semplicemente mi affeziono ai protagonisti secondari e poi non voglio lasciarli andare. Sicuramente hanno fatto la differenza anche i feedback dei lettori che hanno apprezzato Imbabah. Mi hanno chiesto subito a gran voce la storia di Amir e non ho potuto non accontentarli, anche perchĂŠ parliamoci chiaro, non potevo lasciarlo a Imbabah!
Adesso te lo chiedo: perchĂŠ proprio Il Cairo? Non ti nascondo che ti pongo questa domanda perchĂŠ sono rimasta molto colpita dalla nota che hai scritto all’interno del primo volume, in cui dichiari: ÂŤAnche volendo, non avrei potuto ignorare la voce di questi due ragazzi che, per mesi, mi hanno parlato e non si sono arresi finchĂŠ non ho aperto il mio pc e non ho iniziato a scrivereÂť.
E’ una bella domanda. PerchĂŠ il Cairo? Di certo quando ho iniziato a scrivere Imbabah non immaginavo dove mi sarei andata a cacciare… poi il quartiere ma praticamente risucchiato e non c’è stato modo di uscirne.
Mi affascinava sicuramente l’ambientazione che, in parte, è stata ispirata dalla canzone e dal video di Mahmood, Barrio (Nuova ossessione sbloccata, n.d.a.). Poi il resto l’ha fatto la mia immaginazione, ma una volta messo piede a Imbabah è difficile tirarsene fuori!
Parliamo di trope e di trigger warning: quali troviamo nel tuo ultimo romanzo?
Allora, diciamo che non credo ci siano dei veri e propri trigger warning in Amir. Possiamo però dire che il libro affronta alcune tematiche difficili, non proprio leggere, come ad esempio la prostituzione, la fame, gli abusi fisici e psicologici. Di scene forti ce n’è qualcuna, ma essendo ambientato in un quartiere povero e parlando di prostituzione sicuramente sono ben inserite nel contesto. Quello che posso dire è che Amir, come anche Imbabah, non è un libro adatto a tutti e dalla sinossi si evince.
Adesso una domanda un po’ piĂš spinosa, ma ricordati che viene da una lettrice di MM, quindi non c’è nessuna malizia: perchĂŠ hai scelto di raccontare delle storie “male to male”? Pensi che sia importante che queste storie raggiungano sempre piĂš lettori?
Beh, inizio col dire che fino al 2016 non sapevo neanche cosa fossero gli MM. Poi un giorno, ho seguito il consiglio di una ragazza che avevo intercettato su un gruppo facebook e ho iniziato a leggerli. Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora… fino a quando ne sono diventata dipendente. Ero davvero cosĂŹ presa da questo genere che non riuscivo piĂš a leggere altro. Poi, dal momento che io ho sempre scritto, ho pensato… perchĂŠ non provarci?
Le storie FM mi annoiavano, le trovavo banali, povere di contenuti e sempre uguali. Le storie MM invece raccontano uno spaccato di vita per lo piĂš sconosciuto, ci mostrano l’amore sotto una forma diversa rispetto a quella che siamo abituati a vedere, a provare.
Le storie MM lasciano un messaggio, vogliono comunicare qualcosa, vogliono gridare al mondo intero che esistono tantissime forme d’amore e vanno tutte rispettate. Mi piace parlare di questo nei miei libri, non solo dell’amore fra due uomini ma anche del rapporto genitori/figli, di coming out, di accettazione di sĂŠ e sĂŹ, purtroppo, anche di omofobia.
Sempre in tema di MM, quali sono i tuoi preferiti? C’è qualche autor* in particolare che ha influenzato la tua scrittura?
Sicuramente L.A. Witt. E’ stata e lo è tutt’ora, la mia autrice MM preferita. Ho amato tutti i suoi libri e mi ha aiutato a dare una prima impronta ai miei. Poi ci sono anche altre autrici come N.R. Walker di cui ho amato moltissimo la serie Cuore di terra rossa.
Io amo la Walker!
Ho adorato uno dei tuoi ultimi reel, in cui scherzavi sul fatto di non essere affatto una scrittrice emergente, nonostante Amir sia la tua prima pubblicazione con una Casa editrice. Come è stato il passaggio dal self a questa realtà editoriale?
Per certi versi difficile, per altri molto stimolante. Difficile perchĂŠ per la prima volta mi sono trovata a non avere controllo su nulla: sulla cover, sulle tempistiche, sulle vendite. Con Amazon invece ero io che gestivo tutto, e sapevo in tempo reale ad esempio quante copie avevo venduto.
Pubblicare con casa editrice, però, ha i suoi vantaggi.
Intanto a livello di visibilitĂ , per la prima volta nella mia vita ho visto delle video recensioni del mio libro su tik tok, cosa che mi ha riempito di gioia e soddisfazione. E poi c’è stata l’esperienza del FRI, il Festival del Romance che si è tenuto a Roma a settembre. La casa editrice ha partecipato e mi ha invitato per fare un piccolo firma copie. L’emozione che ho provato quando ho scritto le dediche di fronte alle persone è indescrivibile. Posso dire quindi che in entrambe le situazioni ci sono punti a favore e sfavore.
Cosa consiglieresti alle persone che hanno un libro nel cassetto e vorrebbero pubblicarlo?
La prima cosa che mi sento di consigliare è… investite sul vostro lavoro. Non pensate che sia perfetto cosĂŹ com’è, mettetevi in gioco fino in fondo. Scegliete due persone fidate, che leggano il libro con obiettivitĂ . Gli amici e la famiglia non sono adatti allo scopo, vi occorre qualcuno che non abbia paura di dirvi che c’è qualcosa che non va o che può essere migliorata; è importante che abbiate bene a mente che un libro ha bisogno di cure piĂš o meno profonde, a volte occorre rimettere mano alla trama o ai dialoghi, o alla struttura narrativa.
Se veramente il vostro sogno è pubblicare, una volta che siete sicure che il vostro lavoro sia a posto, potete provare a proporlo a una casa editrice. Ricordate però, e lo dico da editor e non da autrice, che i lavori che presentate devono essere puliti, formattati bene e ricontrollati piĂš e piĂš volte. Anche in questo, l’occhio vuole la sua parte!
Un’ultima domanda, del tutto interessata: che progetti hai per il prossimo futuro? C’è giĂ qualche nuovo romanzo all’orizzonte?
Domanda da un milione di dollari! So giĂ quale vorresti fosse la risposta… e insomma, sĂŹ, nei miei progetti futuri c’è la stesura di un terzo libro della serie Storie di Imbabah. BisognerĂ poi vedere se la casa editrice accetterĂ il manoscritto. Tra le altre cose, vorrei rimettere mano al mio primo romanzo, Mi fido di te, pubblicato nel 2017. Ha bisogno di un editing e di una correzione di bozza, ero una emergente all’epoca e non ho dato la giusta importanza a questi aspetti tecnici. E poi, dulcis in fundo, sto lavorando anche alla trama di un nuovo lavoro che però non sarĂ un MM.
Ti va di fare un piccolo recap delle tue opere?
Come ho giĂ detto, non sono una autrice emergente, se avete amato Imbabah e Amir allora potreste dare un’occhiata anche alle mie altre pubblicazioni. La serie Un nuovo inizio è composta da 5 libri/novelle e va letta in sequenza:
Mi fido di te
Tornare a casa (novella)
Sfumature di noi
Lilian Grey e il Natale dimenticato (novella)
Un passo alla volta
Poi c’è una novella autoconclusiva che si intitola “Solo un bacio” Grazie a tutti e a te, Simona, per la bellissima intervista!
Grazie per essere arrivat* fin qui, readers! E grazie a te, Francesca, per averci raccontato cosĂŹ tanto di te e di quello che c’è dietro ad Amir. Il tuo libro ha messo radici nel mio cuore, quasi mi dispiace per tutte le persone a cui lo regalerò nei prossimi mesi (non è vero, non mi dispiace affatto, a dirla tutta ho giĂ cominciato!)